18 novembre 2016

Upriver - Parte 1


Mister Conte. Mi manda suo zio...

Non sentivo il nome di Romano Conte da un'eternità. Si tratta dell'altro ramo della famiglia, quello che è rimasto ad amministrare i nostri possedimenti in Italia. Il messaggero mi aveva consegnato una lettera e mi aveva lasciato lì. Chiunque fosse non mi interessava ma il contenuto della lettera era chiaro: dovevo tornare per assistere al funerale di mio nonno, Salvatore Conte. In quel periodo ero da poco nel Syndacate, e sapevo in cuor mio che al sindaco la cosa non sarebbe andata bene. In realtà mi stupì: mi permise di andarmene, ma a patto che uno dei suoi uomini mi accompagnasse all'aereo.
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Brian! Quanto tempo è passato?
Anche troppo, zio. 
Non hai idea di quanto mi fa piacere rivederti. Avevamo paura che fossi ancora in carcere. Come mai non ti sei fatto sentire?
Ho avuto da fare. Come sai la famiglia di New York è morta, sono rimasto solo io, e per forza di cose mi sono trasferito a Philadelphia.
Philadelphia? Minchia che postaccio che ti sei scelto. E cosa combini laggiù?
Sto lavorando per una banda, il Syndacate.
Una banda? Che cazzo dici Brian. E il nome della famiglia? 
I Conte non esistono più negli Stati Uniti, te ne rendi conto?
E quindi tu ti vendi come una puttana? 
Non mi sto vendendo come una puttana. Attento a come parli con me. Il tuo ramo di famiglia non conta un cazzo, tienilo sempre a mente.
Va bene, non ci scaldiamo. Non sei cambiato di una virgola eh? 
No, per niente.
Fino a quando ti fermi? Ci piacerebbe averti a cena con noi. 
Domani ripartirò. Ho del lavoro da svolgere a Philadelphia. Stasera cenerò con voi.
Bene figliolo 
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La cena non fu male, a parte per il fatto che al dessert crollai addormentato con la faccia nel piatto. Un gesto del cazzo da parte di un codardo del cazzo come il fratello di mio padre. Mi risvegliai la mattina dopo, legato ad una sedia imbullonata al pavimento.
Mi state prendendo per il culo...
Il pugno che mi arrivò nello stomaco mi fece capire che no, evidentemente erano seri. Dall'ombra comparve proprio mio zio, che se la rideva con la sua faccia da culo e che mi lasciava intendere che forse non mi sarei mai più rialzato da lì.
Tu e tuo padre mi siete sempre stati sul cazzo. Tuo nonno ha sempre avuto molta più fiducia in voi che in me, e mentre io sono rimasto incastrato qui a pulirgli il culo, voi siete andati in America a fare i vostri porci comodi. Bè, è giunto il momento per me di prendere il posto di capofamiglia.
Iniziai a ridere di gusto. Nonostante il dolore allo stomaco, trovavo quelle stronzate troppo divertenti per trattenermi.
Allora ammazzami, che aspetti.
Non così presto. Prima voglio prendermi le mie soddisfazioni.

Ripresi a ridere, e non smisi nonostante i pugni e i calci. Capii anche perchè mio nonno decise di favorire Anthony, mio padre, rispetto a lui: evidentemente mancava di lungimiranza. Ci sarebbe stato da divertirsi.